Apertura del programma del semestre invernale: Il "Soft Power" dellʼItalia e il ruolo della Public Diplomacy: la "corsa globale alla seduzione", fra diplomazia dʼinfluenza e politica estera culturale.
Conferenza di S.E. Luigi Mattiolo (Ambasciata della Repubblica Italiana in Germania)
Indirizzo di saluto: Prof. Dr. Günter M. Ziegler (Presidente dell’Università Libera di Berlino) e Prof. Dr. Georg W. Bertram (Preside della Facoltà di Filosofia e Scienze Umane dell’Università Libera di Berlino)
Introduzione: Prof. Dr. Bernard Huss (Direttore del Centro Studi Italia dell’Università Libera di Berlino)
In collaborazione con l’Ambasciata della Repubblica Italiana in Germania
In italiano
Il politologo americano Joseph Nye ha definito il “Soft Power” la “forza di attrazione che uno stato può esercitare su altri stati”. Sempre più spesso l'importanza di un Paese sulla scena internazionale dipende non solo dalla sua forza militare ed economica, ma anche dalla sua capacità di distinguersi attraverso la lingua e la comunicazione, l'immagine e la cultura. L'Italia si colloca al primo posto nella classifica mondiale per attrattiva "soft power", che indica l'entusiasmo per l'arte e la cultura e, di conseguenza, per il patrimonio artistico, storico e paesaggistico italiano. In realtà, il "soft power" italiano è molto più complesso e diversificato: la stretta interazione tra le aziende e le rispettive regioni, le creazioni ingegnose e la natura, quella combinazione quasi magica di concretezza e immaginazione, hanno reso l'Italia la terra dell’armonia e della bellezza.
Lo storico dell'economia Carlo Maria Cipolla ha già evidenziato lo stretto legame tra le regioni e i rispettivi prodotti artigianali e creativi come caratteristica tipica dell'Italia fin dal Medioevo. Ancora oggi, il 40% delle aziende italiane che operano nel settore creativo e/o del design si trova in comuni situati in siti o nelle vicinanze di siti del patrimonio UNESCO. Il cambiamento digitale sta contribuendo per far rivivere questo vecchio legame in un mondo in cui, altre agli articoli prodotti su vasta scala, i prodotti sono apprezzati per la loro capacità di trasmettere tradizione, esperienza e unicità.
Se si considera l'aspetto dello sviluppo sostenibile, l'Italia ha molti vantaggi competitivi: agricoltura sostenibile, cibo sano grazie alla produzione di cibo di alta qualità, conservazione del paesaggio, dell'arte e della cultura, sviluppo delle energie rinnovabili, accesso ai servizi sociali, sviluppo di un turismo sostenibile ad alto livello, modelli di produzione su misura per modelli cooperativi di piccole o medie dimensioni e l’incoraggiamento a partecipare a gruppi e comunità locali.
In breve, il "soft power" italiano è alimentato storicamente, ideologicamente, materialmente e topograficamente dalle modalità di produzione economica del Paese e dal concetto di sostenibilità, è arricchito dalla creatività visibile in Italia, sia nel settore della ricerca che in quello del design e dell'innovazione.
Queste caratteristiche, insieme al dinamismo dell'industria creativa, hanno conferito all'Italia il primato culturale. Ma il Paese non è affatto l'unico a svolgere un ruolo nella "competizione globale di attrazione" e il livello è aumentato enormemente, soprattutto negli ultimi anni, grazie all'influenza diplomatica di Paesi come gli Stati Uniti, la Cina, la Russia, ma anche la Germania, la Spagna e la Francia. Di fronte a queste sfide, come può la lingua e la cultura italiana dare nuovi impulsi all'influenza e al "soft power" italiano? Quali percorsi possono essere seguiti e quali risorse possono essere utilizzate? Quale ruolo possono svolgere in questo contesto istituzioni come il Centro di Studi Italia dell’Università Libera di Berlino, la Maison d'Italie della Cité Universitaire di Parigi o la Casa italiana della New York University?
Zeit & Ort
14.10.2019 | 18:00 c.t.
Freie Universität Berlin, Habelschwerdter Allee 45,
Raum L 115 (Seminarzentrum)