Schriften des Italienzentrums
Band 11: Il gioco e la morte. Forme della poesia a Venezia nel Cinquecento

Jacopo Galavotti
Italienzentrum der Freien Universität Berlin | 2023
Il volume raccoglie quattro studi relativi ad altrettanti poeti di area veneziana attivi nella seconda metà del Cinquecento. Il primo analizza la tradizione a stampa e manoscritta delle Rime spirituali di Gabriele Fiamma, offrendo il testo critico delle rime disperse. Il secondo studio indaga il significato dell'hapax "selvaghesco" utilizzato da Veronica Franco in un capitolo indirizzato a Maffio Venier. Il terzo ampio saggio offre un repertorio delle figure artificiose utilizzate nella poesia lirica di Luigi Groto, e un’analisi della sua produzione alla luce delle definizioni correnti di Manierismo. L'ultimo contributo è un attraversamento delle figure dell'enfasi e dell'ordine delle parole nelle Rime di Celio Magno, anche in relazione alla costruzione del macrotesto. Attraverso lo studio di quattro autori esemplari, realizzato incrociando stilistica, filologia, storia della lingua e storia della letteratura, il libro mette a fuoco alcuni aspetti rilevanti della lirica del tardo Cinquecento.
Band 10: Zur Emblematisierung von Francesco Petrarcas 'De remediis utriusque fortune'

Bernhard Huss
Italienzentrum der Freien Universität Berlin | 2023
Francesco Petrarch's two-part collection of dialogues De remediis utriusque fortune was his most widely read text in the early modern period and played a decisive role in shaping the author's moral-philosophical physiognomy in Europe. North of the Alps, the fact that De remediis was not only translated into German - as it was into many other living languages - but also illustrated throughout, contributed in no small measure to the work's great success. The complete German translation printed in Augsburg in 1532 by the publisher Heinrich Steyner with elaborate woodcuts by the hand of the so-called Petrarch Master, which illustrated both the paratexts and all 253 dialogues of the collection, formed the much-received basis for a whole series of further publications provided with these images. In the course of these, the German version of Petrarch’s text was first shortened and simplified from 1539 onwards, and the text-image conglomerates were provided with versified additions. In some later editions, Petrarch’s text disappeared further, turning the German De remediis into an almost 'regularly' constructed emblem book; the interest in the images to the detriment of the text could even go so far that the German titles and image captions also receded and only the woodcuts with versified subscriptiones remained. We are thus dealing with a veritable process of emblematisation, which, since 1539, has privileged the pictorial material deeply rooted in the readers’ memory more and more over the text and considerably modified the semantics of the individual chapters of De remediis as well as the overall message of the text. These changes in the text-image relationship must be seen against the background of the general development of early modern emblematics and certainly have a good deal to do with the particular memorial effect that historical theory generally attributed to the image in relation to the text.
Band 9: Arbitrating in Italy and Germany

Christian Armbrüster/Rodolfo Dolce (eds.)
Italienzentrum der Freien Universität Berlin | 2022
This volume assembles overviews on recent developments in German and Italian arbitration. In both countries there have been changes and amendments of the institutional rules issued by the respective institutions, being the “Deutsche Institution für Schiedsgerichtsbarkeit (DIS)” for Germany and the ”Camera Arbitrale di Milano (CAM)” for Italy, in the last few years. These reforms reflect common goals such as speeding up arbitral proceedings, but there remain differences in some respects. In addition, new developments in legislation and in case law of both countries are explained and compared in the articles.
Band 8: Petrarchan Passions: Affects and Community-Formation in the Renaissance World

Bernhard Huss/Timothy Kircher/Gur Zak (eds.)
Italienzentrum der Freien Universität Berlin | 2022
This volume is the result of the international workshop “Affects and Community-Formation in the Petrarchan World”, which was hosted online by the Italienzentrum della Freie Universität Berlin on March 11-12, 2021. The workshop was held by the generous support of the Cluster of Excellence Temporal Communities: Doing Literature in a Global Perspective (Deutsche Forschungsgemeinschaft, EXC 2020 – Project ID 3900608380) as well as that of the Italienzentrum of Freie Universität Berlin. The workshop and the articles presented here all form part of the project “Petrarchan Worlds”, directed by Bernhard Huss in Research Area 1, “Competing Communities”, of the above-mentioned Cluster of Excellence. The workshop focused on the study of Petrarchan “affects”. These “affects”, passions”, or “emotions” are omnipresent in Petrarch’s writings. In addition to feelings of love so frequently expressed in his work, other emotions – sorrow, compassion, anger, envy, for example – are also represented and these too play a crucial role in his interactions with friends, patrons, favorite authors, and readers. Analyzing Petrarch's complex engagements with those "affects" in both his Latin and vernacular works, the essays in this volume explore the different types of emotional, intellectual, and political communities that his writings helped forge.
Band 7: L'esegesi petrarchesca e la formazione di comunità culturali

Bernhard Huss/Sabrina Stroppa (a cura di)
Italienzentrum der Freien Universität Berlin | 2022
Il settimo volume degli Schriften des Italienzentrums raccoglie gli atti della giornata di studi “L’esegesi petrarchesca e la formazione di comunità culturali” organizzata nell’ambito del Cluster of Excellence “Temporal Communities. Doing Literature in a Global Perspective” dal progetto “Petrarchan Worlds” in cooperazione con l’Università di Torino e l’Italienzentrum della Freie Universität di Berlino il 18 e 19 febbraio 2021. Il workshop si era proposto di indagare l’esegesi petrarchesca nel Rinascimento italiano in termini di “community building”, dove per “communities” s’intendono le comunità culturali formate da istituzioni, individui e testi, raccolte intorno all’opera di Petrarca e più nello specifico alla ricezione, all’esegesi e alla rielaborazione letteraria dei suoi scritti. Tali “communities” sono specchio di istanze ideologiche e di un programma letterario e culturale che diventano la lente attraverso la quale l’opera e la personalità del poeta vengono interpretate. Per questo i contributi al workshop si sono confrontati con testi molto diversi fra loro, come i commenti degli scritti petrarcheschi, le Vite del poeta e le lezioni accademiche sui Fragmenta.
Volume 6: Diebstahl/Furto: ein 'casus literaris' aus Genderperspektive

Siria De Francesco/Alan Pérez Medrano/Thea Santangelo/Linda Schmidt/Elena von Ohlen (a cura di)
Italienzentrum der Freien Universität Berlin | 2021
Il presente volume raccoglie gli atti del Workshop: "Gender, Autorschaft und Kanonisierung", tenutosi nel gennaio 2020 presso la Freie Universität di Berlino. Il tema che ha animato le giornate di studi e che lega fra loro i contributi di questo volume è quello del 'furto' come meccanismo letterario. Le analisi qui proposte mettono in evidenza come i confini di "genere" possano essere superati una volta spostata l'attenzione sulla presenza e partecipazione attiva delle donne, autrici o protagoniste, al discorso culturale e letterario. Sono state prese in considerazione opere narrative a cavallo fra il secolo scorso e gli anni Duemila, dall'Italia e dall'America Latina, in cui la pratica sovversiva del furto diviene strumento di (ri)appropriazione di spazi di espressione, luogo di incontro fra testi e autori e a volte persino motore della scrittura. Il presente meccanismo è indagato nelle sue diverse declinazioni di furto materiale (Alberica Bazzoni) e d'identità (Monica Biasiolo, Thea Santangelo), di dialogo intertestuale (Siria De Francesco, Beatrice Manetti, Linda Schmidt) e intermediale (Oleksandra Rekut-Liberatore, Ana Nenadović, Elena von Ohlen, Alan Pérez Medrano). Il 'furto' si presenta così come uno strumento interpretativo particolarmente produttivo, impulso per molteplici prospettive di ricerca nell'ambito letterario e degli studi di genere.
Band 5: La rima tra filologia, metrica e musica dal Medioevo al Rinascimento

Federico Di Santo (a cura di)
Il quinto volume delle “Schriften des Italienzentrums” raccoglie gli atti della giornata di studi “La rima tra filologia, metrica e musica dal Medioevo al Rinascimento” organizzata da Federico Di Santo e Bernhard Huss presso la Freie Universität Berlin il 22 giugno 2018, con il supporto dell’Italienzentrum. L’argomento della rima, nonostante l’assoluta preminenza di questo artificio nella poesia occidentale dal Medioevo sino al Novecento, ha ricevuto un’attenzione piuttosto scarsa negli studi. Molte delle domande fondamentali che essa pone, quando non sono state del tutto eluse, hanno avuto risposte solo parziali e insoddisfacenti. A cosa serve la rima in poesia? Qual è la sua funzione, quale il suo rapporto con l’elaborazione retorica del testo? Da dove ha origine, storicamente? E qual è la sua originaria relazione con la musica, se è vero che la lirica romanza in cui emerge era destinata ad un’esecuzione cantata? L’approccio descrittivo o storico-filologico prevalente in metricologia ha spesso messo in secondo piano le questioni relative al senso e alla funzione dei fenomeni metrici e stilistici, anche e soprattutto in relazione alla rima; e questa tendenza si è ulteriormente accentuata con l’imporsi, negli ultimi anni, di metodologie marcatamente statistiche. Altre importanti questioni, come quella dell’origine o del rapporto con la musica, hanno ricevuto risposte insoddisfacenti poiché richiedono un approccio interdisciplinare spesso osteggiato dalla forte tendenza allo specialismo delle discipline accademiche, e della metricologia in particolar modo. Queste difficoltà ravvisabili in generale nella metricologia si fanno ancor più evidenti in relazione a un fenomeno poliedrico e sfuggente come la rima, che coinvolge insieme una pluralità di livelli del testo, da quello fonico e metrico a quello semantico, retorico, tematico e non di rado persino ideologico. In risposta a questi limiti posti da metodologie strettamente metricologiche, la giornata di studi di cui in questo volume si pubblicano gli atti è stata concepita per seguire invece una prospettiva fortemente interdisciplinare, mettendo a confronto esperti di discipline diverse e incoraggiando un approccio che le facesse interagire: in questo modo, pur nei limiti di un numero ridotto di interventi, si è mirato a fornire della rima un’immagine il più possibile a tutto tondo, che suggerisse, senza pretese di sistematicità, la complessità di questa figura poetica. Gli argomenti degli interventi spaziano dunque da un riesame dell’etimologia della parola “rima” a un’analisi musicologia del rapporto fra le strutture melodiche e la rima nelle cantigas galego-portoghesi, a un esame dell’evoluzione del rim derivatiu nella poesia trobadorica, nella sua interazione fra metrica e retorica, a una radicale rivalutazione del rapporto fra strutture metriche e melodiche nel De vulgari eloquentia dantesco alla luce di una prospettiva oralista, fino a un dettagliato studio tipologico della rima nella satira rinascimentale.
Volume 4: Destini incrociati? Italia e Germania tra Otto e Novecento

Filippo Triola (a cura di)
Italienzentrum der Freien Universität Berlin | 2020
I saggi raccolti in questo volume ricostruiscono e analizzano alcuni nodi storiografici che gravitano nel campo della storia dei rapporti tra Italia e Germania nell’età contemporanea. Dalle relazioni politiche ed economiche a quelle culturali e scientifiche, dal dibattito sulle analogie e sulle differenze nella storia dei due paesi tra Otto e Novecento, al problema della comparazione storica. La storiografia che ha analizzato la storia italiana e tedesca in prospettiva comparata o privilegiando i rapporti bilaterali ha giustamente evidenziato le numerose analogie e allo stesso tempo le profonde differenze che presentano le due nazioni dal momento della loro unificazione nella seconda metà dell’Ottocento fino ai nostri giorni. I contributi qui presentati mostrano la complessità metodologica e concettuale che si presenta quando si vuole cercare di tirare le somme della storia di due paesi che nell’età contemporanea hanno stretto intensi legami politici, economici e culturali, esercitando a intervalli irregolari una significativa influenza diretta e/o indiretta sull’altro paese. I saggi presentano al lettore possibili piste di ricerca e spunti di riflessione storiografica per orientarsi, da un lato, nella storia delle relazioni e dei contatti bilaterali (Andrea D’Onofrio e Filippo Triola) e, dall’altro, nei dibattiti di storia politica che interessano alcune delle fasi più dibattute della storia dei due paesi (Stefano Cavazza). Andrea D’Onofrio introduce il lettore nella vasta e stratificata storia dei numerosi contatti e legami che Italia e Germania hanno stretto soprattutto dal punto di vista scientifico e culturale tra Otto e Novecento; Stefano Cavazza, riflettendo sul ruolo del capo nei regimi autoritari, offre una prova di come la storia comparata possa essere strumento prezioso per portare alla luce fratture e specificità che si nascondono sotto la crosta di sviluppi solo apparentemente analoghi. Il saggio di Filippo Triola a partire dalla questione delle analogie e delle differenze storico-politiche tra i due paesi presenta alcune riflessioni sulla storia dei rapporti bilaterali dopo la Seconda guerra mondiale. La storia dei due paesi dai destini incrociati costituisce un elemento irrinunciabile non soltanto per la comprensione del passato dell’Italia e della Germania ma anche per la cognizione del presente e del futuro dell’Europa.
Volume 3: La cultura poetica di Benedetto Varchi

Selene Maria Vatteroni (a cura di)
Italienzentrum der Freien Universität Berlin | 2019
Il terzo volume degli scritti del Centro Studi Italia presenta i contributi della giornata di studi su "La cultura poetica di Benedetto Varchi" organizzata da Selene Maria Vatteroni e Bernhard Huss il 9 novembre 2018, presso la Freie Universität Berlin. Benedetto Varchi (1503-1565) è una delle figure più ricche di sfaccettature e interessanti della scena intellettuale italiana del primo Cinquecento. Membro dell'Accademia degli Infiammati di Padova e dell'Accademia Fiorentina, traduttore e commentatore di Aristotele, storico e storico della lingua, protagonista e animatore della vita culturale fiorentina, Varchi è stato molto più di un poeta. Per quanto riguarda la sua attività poetica, che si colloca nell'ambito del Petrarchismo del Bembo - come quasi tutti i poeti del primo Cinquecento - è particolarmente interessante il fatto che essa sia segnata dal superamento dell'ideologia petrarchesca dei dolendi voluptas con l'aiuto di un'ideologia neoplatonica dell'amore come esperienza vera, felice e salvifica. Il volume è incentrato sulla cultura poetica di Archi nei suoi vari aspetti. La prima parte, che corrisponde alla prima sezione del workshop, è dedicata alle lezioni accademiche di Varchi sui testi poetici classici e vernacolari e alle sue posizioni sulla poesia e sulla poetica espresse in queste lezioni. La seconda parte del volume esamina la produzione poetica di Varchi nei suoi generi, nelle sue forme e nelle sue finalità attraverso una serie di studi. Ciascuno dei contributi raccolti si distingue per i temi e gli aspetti specificamente trattati e per i relativi metodi di ricerca, ma formano un insieme coerente e unitario. L'obiettivo finale di questo volume è quindi quello di contribuire ad offrire un profilo unitario di Varchi come poeta, esegeta della poesia e della teoria della poesia, per inserire la sua figura con maggior precisione nell'orizzonte culturale del suo tempo.
Volume 2: L'istituzionalismo giuridico di Santi Romano

Maria Daniela Poli (a cura di)
Italienzentrum der Freien Universität Berlin | 2019
Questo volume degli scritti del Centro Studi Italia raccoglie gli interventi rivisti del seminario dell'8 giugno 2018, con la moderazione dell'allora docente ospite di diritto, la dott.ssa Maria Daniela Poli. Hanno partecipato al seminario due studiosi di diritto di prim'ordine che sono l’esempio emblematico dello scambio tra Italia e Germania, il Prof. Dr. Dian Schefold dell'Università di Brema e il Prof. Dr. Jörg Luther dell'Università del Piemonte Orientale. Il volume è dedicato a Santi Romano, uno dei più importanti avvocati italiani del XX secolo e fondatore dell'istituzionalismo in Italia. Il Prof. Dr. Dian Schefold fa luce sulla ricezione di Santi Romano nei paesi germanofoni e sulle ragioni del complicato e frammentario dibattito su Santi Romano in Germania, che è tra l'altro esemplare per la problematica del diritto comparato (e in particolare la necessità di traduzioni e il pericolo che la teoria venga falsificata da altre prospettive). Il Prof. Dr. Jörg Lutero offre uno schizzo della figura di Santi Romano e una panoramica del suo lavoro scientifico e del suo insegnamento costituzionale e generale. Il suo contributo si concentra anche sul concetto di autonomia e di comunità, trattato nel libro "Il Comune" (1908), nonché sull'influenza degli insegnamenti di Romano sull’attuale costituzione italiana e sulle critiche all'istituzionalismo. Il volume cerca sia di far conoscere le idee di Romano in Germania, sia di colmare una lacuna di ricezione della giurisprudenza tedesca riguardo questo giurista italiano.
Volume 1: Literatur und Welt: Zur Dimension der Literarizität im Werk von Claudio Magris / Letteratura e mondo: Sulla dimensione letteraria dell’opera di Claudio Magris

Bernhard Huss (a cura di)
Italienzentrum der Freien Universität Berlin | 2018
L'11 maggio 2017 la Freie Universität Berlin ha conferito allo studioso letterario, scrittore e saggista Claudio Magris il dottorato ad honorem del Dipartimento di Filosofia e Lettere. Gli interventi, la laudatio e i discorso di ringraziamento, nonché i contributi della giornata di studi tenutasi alla presenza del vincitore il 12 maggio 2017, costituiscono il primo volume degli scritti del Centro Studi Italiani della Freie Universität Berlin. L'acclamato lavoro di Claudio Magris è stato finora esaminato da diversi punti di vista accademici. Tra questi, il significato dei luoghi e delle località nei testi di Magris, la dimensione storico-politica della sua scrittura (come il significato del concetto di "Europa centrale"), e i problemi del tradurre e della traduzione nella sua opera. Tuttavia, un aspetto è stato ampiamente trascurato: la questione della letterarietà dei testi di Magris. In primo luogo, si tratta in particolare di pubblicazioni "letterarie" in senso stretto dell'autore, come i racconti Illazioni su una sciabola (1984) e Un altro mare (1991), i romanzi Alla cieca (2005) e Non luogo a procedere (2015), opere teatrali come Stadelmann (1988) o un testo come Le voci (1994), che la critica ha definito un monologo teatrale, radiodramma, ma anche una narrazione. In senso più ampio, però, la questione riguarda anche una serie di altri testi di Magris, tra cui l'acclamato bestseller Danubio (1986). Esaminare la letterarietà di tutti questi testi implica diversi problemi, comprese domande come queste: È possibile identificare alcune tradizioni di genere letterario a cui si riferiscono le dimensioni letterarie della produzione di Magris? Date le classificazioni di genere molto variabili dei libri di Magris in generale, come sono possibili le classificazioni di genere dei suoi testi letterari? Qual è il rapporto tra finzione e fattualità? In senso stretto, i testi letterari di Magris si differenziano dalle altre aree del suo lavoro per la loro mondanità e il loro impegno etico? Come si può caratterizzare e descrivere la struttura stilistica della letteratura di Magris in termini di funzionalità? Ci sono caratteristiche formali e costanti di una letterarietà specificamente magrisiana che vanno oltre il singolo testo?